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VERIFICA MESSA A TERRA

La messa a terra negli ambienti di lavoro è un aspetto fondamentale per garantire la sicurezza e la protezione delle persone e degli apparecchi elettrici.

 

La messa a terra consiste nel collegare un apparecchio o un sistema elettrico a un conduttore che connette il dispositivo con la terra, al fine di creare un percorso sicuro per il passaggio della corrente in caso di guasti o problemi elettrici.

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Rischi legati alla mancata osservazione della normativa sulla messa a terra:

  1. Pericolo per la sicurezza dei lavoratori: La mancata messa a terra può portare a situazioni di pericolo per i lavoratori, aumentando il rischio di scosse elettriche o di incendi causati da guasti elettrici.

  2. Danneggiamento delle apparecchiature: La mancanza di messa a terra può causare danni agli apparecchi elettrici a causa di sovratensioni o scariche elettriche, comportando costi di riparazione e sostituzione.

  3. Responsabilità legale: Se un'azienda o un datore di lavoro non rispetta le normative sulla messa a terra e si verifica un incidente, possono sorgere responsabilità legali per lesioni o danni causati ai dipendenti o a terzi.

Chi deve far rispettare la normativa sulla messa a terra:

La responsabilità di garantire che la normativa sulla messa a terra venga rispettata negli ambienti di lavoro ricade principalmente sul datore di lavoro. È suo dovere adottare tutte le misure necessarie per garantire un ambiente di lavoro sicuro e in conformità alle norme vigenti.

Sanzioni in Italia per la mancata osservanza della normativa sulla messa a terra:

In Italia, le sanzioni per la mancata osservanza della normativa sulla messa a terra possono variare a seconda della gravità dell'infrazione e delle norme specifiche violate. Le sanzioni possono includere:

  1. Ammonimenti o diffide: In caso di violazioni meno gravi o prima infrazione, potrebbe essere emesso un ammonimento o una diffida per richiamare il datore di lavoro alla corretta conformità.

  2. Sanzioni pecuniarie: Per violazioni più gravi o persistenti, il datore di lavoro può essere soggetto a sanzioni pecuniarie, ovvero multe, il cui ammontare dipenderà dalla gravità dell'infrazione.

  3. Chiusura dell'attività: In casi estremi, qualora la mancata messa a terra ponga in pericolo grave la sicurezza dei lavoratori, le autorità possono disporre la chiusura temporanea o definitiva dell'attività fino a quando non verranno adottate le misure correttive necessarie.

  4. Responsabilità penale: In situazioni di grave negligenza o incidenti gravi causati dalla mancata messa a terra, il datore di lavoro potrebbe essere soggetto a procedimenti penali e rispondere penalmente delle conseguenze.

Conclusione:

La messa a terra negli ambienti di lavoro è una normativa essenziale per garantire la sicurezza dei lavoratori e la protezione degli apparecchi elettrici. La sua violazione comporta rischi significativi, sia in termini di sicurezza che di responsabilità legale. Pertanto, è fondamentale che i datori di lavoro rispettino la normativa sulla messa a terra e adottino tutte le misure necessarie per garantire un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle norme vigenti.

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SERVIZIO IN COLLABORAZIONE CON

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FAQ

  • Chi può fare la verifica di messa a terra?
    Con l’entrata in vigore del DPR 462/01, soltanto i soggetti indicati da tale riferimento possono eseguire le verifiche periodiche di messa a terra previste dalla legge: si tratta degli Organismi abilitati dal Ministero dello Sviluppo Economico, l’ASL oppure l’ARPA.
  • Chi deve far eseguire le modifiche?
    L’unico responsabile è il datore di lavoro. Tutte le attività lavorative che abbiano all’interno un lavoratore sono obbligate a far eseguire le verifiche periodiche di legge secondo il DPR 462
  • Cosa si intende per lavoratore? Un dipendente?
    Per lavoratore si intende la definizione che da il Dlgs 81/08 (ex 626) che definisce Il lavoratore come la persona che indipendentemente dalla tipologia contrattuale, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere svolge un’attività lavorativa all’interno di un’organizzazione pubblica o privata. Questo si traduce nel fatto che vengano comparati a Lavoratori i soci lavoratori, gli stagisti, gli apprendisti, i lavoratori socialmente utili etc. Sono esclusi solo i collaboratori domestici.
  • Come fare la verifica di impianto messa a terra?
    Per effettuare le verifiche si richiede il possesso di determinati documenti: la dichiarazione di conformità (rilasciata al titolare degli impianti dalle aziende che effettuano le installazioni), la denuncia dell’impianto di terra ed eventualmente il progetto (qualora questa documentazione sia richiesta dal tipo di attività svolta).
  • Quale è la periodicità della verifica degli impianti elettrici e degli impianti di messa a terra?
    La periodicità delle verifiche è in funzione dell’ambito di attività svolta. Nel caso di impianti definiti a maggior rischio in caso d’incendio, così come nei cantieri, negli studi medici e nei luoghi caratterizzati da rischio di esplosione, la periodicità è biennale. In tutti gli altri casi la procedura di verifica va eseguita ogni cinque anni.
  • Cosa succede se non si ha la messa a terra?
    Qualora l’impianto di messa a terra non fosse perfettamente funzionante, infatti, l’interruttore differenziale potrebbe non agire e, nel caso in cui l’uomo venga a contatto con un elettrodomestico le cui parti metalliche sono attraversate dall’energia, verrebbe fulminato.
  • Cosa si intende per rischio elettrico?
    Secondo quanto riportato nel Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro, è classificabile come rischio elettrico quel “rischio che deriva dal contatto diretto o indiretto con una parte attiva e non protetta di un impianto elettrico, così come il rischio d’incendio o esplosione derivanti dal pessimo stato di manutenzione o dall’imperizia nell’impiego di impianti e strumentazione.“ In parole povere, ovunque si svolga un lavoro in prossimità o direttamente su fonti di alimentazione di natura elettrica, si parla di esposizione al rischio elettrico.
  • Quanto costa una verifica periodica dell'impianto di messa a terra?
    Tariffario Ministeriale DPR 462/01: Secondo il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale queste le modifiche al DPR 462: 1) l’INAIL predisporrà un sistema informatico per la raccolta dei dati relative alle verifiche di cui l DPR 462, al quale i datori di lavoro dovranno trasmettere il nominativo dell’organismo a cui ha affidato la verifica; 2) Gli organismi verseranno una percentuale del 5% all’INAIL sulla tariffa delle verifiche effettuate; 3) Il tariffario delle verifiche è individuato dal decreto del presidente dell’ISPESL 7 luglio 2005, pubblicato in GU 165 del 18 luglio 2005. Le tariffe per le verifiche degli impianti di terra, in base alle “classi di potenza installata” sono le seguenti: Classe di potenza installata da 3 a 10 kW | 150 € da 11 a 15 kW | 200 € da 16 a 25 kW | 250 € da 26 a 50 kW | 300 € da 51 a 100 kW | 500 € da 101 a 150 kW | 600 € da 151 a 200 kW | 700 € da 201 a 250 kW | 850 € da 251 a 400 kW | 1200 € da 401 a 650 kW | 1350 € da 651 a 800 kW | 1500 € da 801 a 1000 kW | 1700 € oltre 1000 tariffazione a tempo con un minimo di | 2000 € Il Decreto-Legge 30 dicembre 2019, n. 162 è entrato in vigore immediatamente dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, ovvero il 31 dicembre 2019.
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